Coltivare la foresta: il mito della conservazione verso l’uso intelligente delle risorse naturali

È possibile tagliare alberi, sfruttare il legno come risorsa rinnovabile senza danno alle foreste, anzi, aiutandone la crescita? La risposta è sì, e la prova la si trova nella storia di un territorio a noi molto vicino: la Francia. Un Paese che già nel XVIII secolo, a seguito dello sfruttamento incontrollato delle foreste, soffriva il problema della scarsità di legname da utilizzare come materiale da costruzione per le case e per le navi: risorsa a quel tempo strategica per lo sviluppo, diremmo oggi, del PIL e per la Francia diventare una potenza commerciale e navale.

E’ stato Jean-Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV dal 1760, ad introdurre leggi per conciliare l’utilizzo delle risorse boschive con la conservazione e lo sviluppo delle foreste. Di fatto, le prime ordinanze in tema di preservazione delle risorse naturali e faunistiche che regolamentavano i tagli e provvedevano alle ripiantumazioni. L’intelligente ministro fece piantare querce, faggi e larici, nelle foreste dell’Auvergne-Rhone-Alpes, una regione della Francia centrale le cui risorse si erano ridotte con secoli di sfruttamento scriteriato, ottenendone la ripresa.

I provvedimenti presi tre secoli e mezzo fa da Colbert e successori consentono oggi alla Francia di vantare una superficie boschiva pari a oltre il 32% del territorio nazionale e in ulteriore crescita. Un patrimonio naturale che produce in modo sostenibile 1,5 metri cubi di legname per ettaro, contro i soli 0,2 metri cubi di media dei boschi italiani. Le regole di Colbert, incorporate nei codici forestali dei Paesi del mondo offrono oggi un’efficace salvaguardia delle foreste nello sfruttamento del legname.

Leggi che costituiscono un obbligo e una garanzia per chi, per chi come la nostra azienda Seralvo, vive nel settore del legno, effettua i tagli secondo le regole che proteggono lo sviluppo delle piante giovani liberandole dagli esemplari giunti al termine del ciclo di vita. Il rispetto dei tagli per ettaro e divieti d’importazione da Paesi che non applicano controlli o violano il diritto internazionale sono essenziali per evitare i danni agli ecosistemi.

A differenza di molte merci che sono oggetto di traffici illegali, i tronchi non passano inosservati mentre viaggiano su imbarcazioni e giungono a noi solo se rispettano le regole. All’attenzione degli organi forestali e doganali si aggiunge quella delle organizzazioni di categoria e delle aziende come la nostra, per lo sviluppo sostenibile di questo mercato. A differenza di quanto ingenuamente molti credono, le foreste non si tutelano abbandonandole a sé stesse, ma solo applicando l’opera intelligente e diligente dell’uomo nella difesa e propagazione attiva, come ci ha dimostrato, a distanza di secoli, Colbert.



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